La RomaOstia Half Marathon 2025, giunta alla sua 50ª edizione, resterà nella memoria dei runner non solo per le straordinarie prestazioni sportive, ma anche per le critiche rivolte all’organizzazione dell’evento.
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Un podio da record
Sul fronte atletico, la gara ha regalato emozioni forti. L’atleta keniano Gideon Rop ha dominato la competizione chiudendo la mezza maratona in 58 minuti e 49 secondi, registrando il terzo miglior tempo mondiale dell’anno. Tra le donne, la vittoria è andata a un’altra atleta di spicco, confermando il livello internazionale della manifestazione. Anche quest’anno, la gara ha attratto atleti di fama mondiale, consolidando la sua importanza nel panorama delle mezze maratone.
Medaglie mancanti e caos organizzativo
Purtroppo, al di là delle performance sportive, molti partecipanti hanno segnalato gravi problemi organizzativi. Tra i disagi più evidenti, il caos nella distribuzione delle medaglie all’arrivo: diversi runner hanno denunciato di non aver ricevuto la meritata medaglia finisher a causa di una cattiva pianificazione da parte degli organizzatori. Una situazione inaccettabile, soprattutto per una gara di questo calibro.
Oltre alle medaglie, anche la gestione logistica ha lasciato a desiderare. I rifornimenti lungo il percorso si sono rivelati inadeguati rispetto al numero di partecipanti, creando disagi a molti atleti che contavano su una corretta idratazione. Anche il pacco gara all’arrivo ha deluso le aspettative: nonostante sul sito fosse indicata la presenza di frutta, questa è risultata assente, lasciando l’amaro in bocca a molti runner.
Un’altra grave mancanza è stata l’assenza delle docce, che invece erano previste dal regolamento ufficiale dell’evento. Questo ha causato ulteriore frustrazione tra i partecipanti, soprattutto per chi aveva affrontato un lungo viaggio per prendere parte alla gara.
Il villaggio pettorali: un’occasione sprecata
Ulteriori critiche hanno riguardato la scelta della location per il ritiro dei pettorali. Invece di sfruttare le splendide piazze e i parchi del centro di Roma, il villaggio è stato allestito in un parcheggio all’EUR, una decisione che ha suscitato delusione tra i partecipanti. Un evento così importante meritava una cornice più prestigiosa e accogliente, che valorizzasse la città eterna anziché relegare i runner in un’area priva di fascino.
Gli amatori, i veri penalizzati
Un aspetto che ha aumentato il malcontento è il fatto che questa gara si regge principalmente sulle iscrizioni dei podisti amatori. Sono proprio loro a garantire, con la loro partecipazione, il successo economico dell’evento e a permettere ai top runner di esibirsi su un palcoscenico internazionale. Tuttavia, paradossalmente, sono stati proprio gli amatori a essere penalizzati maggiormente dai problemi organizzativi. Dalla mancanza delle medaglie, ai ristori insufficienti, fino all’assenza delle docce e alla gestione approssimativa del villaggio pettorali, tutto ha contribuito a lasciare un forte senso di insoddisfazione tra coloro che pagano la quota d’iscrizione e rendono possibile l’evento.
La delusione dei partecipanti
Sui social media e nei gruppi dedicati ai runner, la delusione è palpabile. Molti atleti si sono detti insoddisfatti dell’esperienza, sottolineando che, per una gara con una storia così lunga e rinomata, ci si sarebbe aspettati uno standard organizzativo più elevato. Alcuni hanno perfino suggerito un cambio di gestione per le future edizioni.
Un’occasione mancata
In definitiva, la RomaOstia 2025 si è rivelata un’edizione a due facce: da un lato, un successo dal punto di vista delle prestazioni sportive; dall’altro, un’occasione mancata per celebrare al meglio il 50° anniversario della gara. Gli organizzatori sapranno imparare dagli errori e riconquistare la fiducia dei partecipanti per il 2026?